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domenica 27 settembre 2015

Recensione "2 geni, Pirandello e la legge" di Antonio Scotto di Carlo

2 Geni, Pirandello e la Legge - copertina

Sinossi
In una società in cui sono quelli capaci di mentire ad andare avanti, in una società strutturata su un sistema che avvantaggia tali furbacchioni, in questa società dove chi critica il sistema spesso ci sguazza anche, la tanto invocata Verità ha veramente qualche potere? Il giovane Liberto è protagonista di un incidente stradale senza gravi conseguenze, ma lui e il suo amico Giosuè finiscono negli ingranaggi della Giustizia. Riusciranno i due sempliciotti a districarsi fra gli ambigui grovigli dei Codici? Dulcis in fundo, un racconto breve sulla ‘tenacia’ dei sognatori.

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Recensione
Un'altra interessante prova narrativa di Antonio Scotto di Carlo, eclettico autore già noto ai lettori per Il dio sordo, Cuori sotto tiro, Due mogli, due mariti e un lampadario.
A differenza delle opere precedenti, stavolta Antonio Scotto ha scritto un romanzo breve che, per l'abbondanza di dialoghi, ricorda la sceneggiatura di una frizzante commedia contemporanea.
Vi presento sei personaggi, come quelli di pirandelliana memoria, splendidamente descritti e caratterizzati dall'autore.
Giosuè, il protagonista, è un giovane ingenuo, puro e onesto, dal modo di fare un po' infantile, i cui nobili ideali, come spesso accade nella dura realtà, naufragheranno miseramente quando si scontreranno con la prima tempesta che si troverà ad affrontare.
Liberto, l'amico che viene investito, è un uomo che si accontenta di quello che ha, e nella società contemporanea, composta soprattutto da individui ambiziosi e arrivisti, risulta un esemplare piuttosto raro.
Pietro, il falso testimone, è invece un tipo "navigato"che si diverte alle spalle dell'onesto Giosuè.
Lucio Rapisarda, il leguleio avido e spregiudicato a cui Giosuè e Liberto si rivolgono,  giudica i due giovani come dei sempliciotti e  naturalmente agisce di conseguenza.
L'avvocato della parte avversa, detto Pinocchio, è simile nel comportamento a Rapisarda.
Il giudice Briganti è il personaggio che mi colpito di più.
Rappresenta l'uomo che ormai è giunto alla sua maturità perdendo lungo la strada tutte le illusioni, ma che conserva ancora un briciolo di speranza nel genere umano.

Una lettura che si fa apprezzare per la ricchezza del lessico, volta a volta ricercato o più familiare, il notevole approfondimento psicologico dei personaggi, le situazioni in cui ognuno di noi non tarderà a riconoscersi. A chi non è capitato di trovarsi coinvolto in un piccolo incidente? Spesso poi, con l'intervento delle altre persone, le cose invece di appianarsi si complicano e finiscono per sfuggire di mano.
L'autore prende spunto da un banale incidente automobilistico per offrirci un esempio del procedimento giudiziario con tutte le leggi e i cavilli che lo contraddistinguono e che invece di favorire l'accertamento della verità, lo complicano.
La vicenda inizia come una commedia brillante che diverte il lettore, ma poi si evolve in una storia dolce amara, specchio della civiltà odierna dove non c'è spazio per i puri di cuore e gli idealisti. O ci si adegua o si viene stritolati negli ingranaggi del sistema. Riuscirà l'onesto Giosuè a far trionfare comunque la verità?
Assolutamente da leggere il finale!

Alla fine del libro l'autore  ha aggiunto anche una breve parabola che spinge a riflettere, come tutta la scrittura di Antonio Scotto, del resto, ma non voglio anticipare nulla di più.  
Concludendo, "2 geni, Pirandello e la legge" è un bel romanzo molto originale, sia per la scrittura che per il soggetto, da leggere per conoscere un autore di talento che ha la dote di affascinare e stupire sempre i suoi lettori.
 

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