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venerdì 26 aprile 2019

Recensione The winner's curse (La maledizione del vincitore) di Marie Rutkoski






In quanto figlia di un potente generale di un vasto impero che riduce in schiavitù i popoli conquistati, la diciassettenne Kestrel ha sempre goduto di una vita privilegiata. Ma adesso si trova davanti a una scelta difficile: arruolarsi nell’esercito oppure sposarsi. 
La ragazza, però, ha ben altre intenzioni... 
Nel giovane Arin, uno schiavo in vendita all’asta, Kestrel ha trovato uno spirito gentile e a lei affine. 
Gli occhi di lui, che sembrano sfidare tutto e tutti, l’hanno spinta a seguire il proprio istinto e comprarlo senza pensare alle possibili conseguenze. 
E così, inaspettatamente, Kestrel si ritrova a dover nascondere l’amore che inizia a sentire per Arin, un sentimento che si intensifica giorno dopo giorno. Ma la ragazza non sa che anche il giovane schiavo nasconde un segreto e che per stare insieme i due dovranno accettare di tradire la loro gente o altrimenti tradire sé stessi per rimanere fedeli al proprio popolo. Kestrel imparerà velocemente che il prezzo da pagare per l’uomo che ama è molto più alto di quello che avrebbe mai potuto immaginare…

Recensione
Una storia sorprendente che avvince e conquista. 
A parte l'ambientazione in un paese e un'epoca di fantasia, questo Fantasy non contiene magia e potrà essere letto e apprezzato anche da chi non è proprio un cultore del genere fantastico.
Il titolo "La maledizione del vincitore" accenna al fatto che chi vince un'asta spesso paga la cosa acquistata più del dovuto, più di quanto gli altri concorrenti sarebbero stati disposti a pagare.  In questo caso non si tratta di una cosa ma di una persona, Smith, un giovane esponente di una civiltà ricca e raffinata, quella di Herran, che anni prima ha dovuto soccombere davanti all'invasione dei bellicosi ma rozzi valoriani.  
La protagonista, Lady Kestrel, è una valoriana diciassettenne figlia del prode generale Trajan, artefice della vittoria sugli herrani.
Kestrel è stata allevata dalla balia herrana, Enai, che ama come una seconda madre tanto da averla affrancata dalla schiavitù. 

✼ - @ITALIAPOSTERLI

Diversi anni prima i conquistatori hanno preso tutto: città, case e terre, umiliando gli sconfitti e costringendoli  a servirli (una situazione comune fra i popoli dell'antichità).
Il generale insiste perché la figlia si arruoli nell'esercito, ma Kestrel, che è una musicista, non vuole saperne. Lei non ama i combattimenti fisici: è più portata per la strategia.
Un giorno, al mercato, si trova a offrire una somma spropositata per un giovane schiavo ferito e malridotto che l'ha colpita per il suo spirito indomito e i luminosi occhi grigi.
Pur temendo di attirare sospetti e pettegolezzi, la ragazza non riesce a stargli lontana.

Kestrel provò un’istintiva curiosità.
Poi si ricordò che era stata proprio la curiosità a portarla a questo: cinquanta sesterzi per un cantante che si rifiutava di cantare,
un amico che non era un amico, una persona che le apparteneva eppure non sarebbe mai stata sua. Smise di guardarlo.
Giurò a sé stessa che non l’avrebbe più guardato.”

Comincia un sottile gioco psicologico fra i due. Ognuno cercherà di scoprire i segreti dell'altro, e a un certo punto Smith si lascia sfuggire il suo vero nome, Arin. 
Mentre Kestrel prosegue la sua vita fra feste, tè con le amiche, pic nic e balli, Il giovane lavora duramente come fabbro nella fucina producendo ferri per i cavalli dell'esercito del generale e armi per i suoi soldati. 
Viene anche impiegato come scorta di Kestrel perché una ragazza non può uscire da sola senza sfidare le regole della buona società.  
Sarà proprio durante una di queste uscite che accadrà un episodio che scatenerà i pettegolezzi: per proteggere il suo schiavo, Kestrel sfiderà le convenzioni sociali dei valoriani e farà infuriare suo padre. 
Nonostante l'attrazione per la padroncina, invece Arin approfitta della sua posizione di schiavo privilegiato per favorire la rivolta della sua gente anche se farà di tutto per salvare la ragazza dalla vendetta degli herrani.


Ben presto Kestrel dovrà scegliere fra l'amore che prova per lui e la fedeltà al suo popolo e sarà una scelta straziante. 
Possono le ragioni del cuore prevalere quando in ballo ci sono anche valori come fedeltà, onore, amicizia? Quando sono stati perpetrati orribili genocidi e fiumi di sangue sono stati versati da entrambi le parti?

«Sopravvivere non è sbagliato. Puoi chinare ogni tanto la testa, a patto che ti preservi. Puoi versare del vino come si deve, e guardare un uomo berlo, mentre nel frattempo puoi architettare la tua vendetta.» Forse inclinò leggermente la testa. «Probabilmente fai strategie anche quando dormi.»
Seguì un silenzio lungo quanto un sorriso.
«Fai strategie, Kestrel. Sopravvivi. Se io non fossi sopravvissuto, nessuno ricorderebbe mia madre, non come la ricordo io.»
Kestrel non riuscì più a rimanere sveglia. Il sonno ebbe la meglio.
«E non ti avrei mai conosciuta.»



Il finale è aperto poiché si tratta del primo libro di una trilogia di cui a giugno uscirà il secondo volume. 
Come ho già detto la narrazione è avvincente, ti cattura e non ti lascia più andare. 
La storia è incentrata sui due protagonisti con il punto di vista alternato fra loro. Gli altri personaggi appaiono più sfocati.
Ho amato Arin per il suo mistero (rivelerà solo in un secondo tempo la sua natura e il ruolo che riveste all'interno della società herrana). Mi è piaciuta la dolcezza, la pazienza e la gentilezza che dimostra per Kestrel quando i ruoli si invertiranno e toccherà a lei essere prigioniera. Infatti nel libro i colpi di scena non mancano e le situazioni si rovesciano più volte inaspettatamente.
Astuta e coraggiosa, pronta a sacrificare se stessa per amore, anche Lady Kestrel è una protagonista che non si dimentica. 
Un romanzo young adult vivamente consigliato ai lettori di qualunque età.      
  

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