Parigi, 1755. Da anni, Justin Alastair, duca di Avon, aspetta l’occasione per vendicarsi di un oltraggio ricevuto dal conte de Saint-Vire. E adesso il destino ha deciso di aiutarlo: quando s’imbatte in Léon, un furfantello che sta cercando di sottrarsi a un fratello violento, Justin nota all’istante come i suoi capelli rosso fuoco e gli occhi violetti siano identici a quelli del conte. E ha un’idea: usare quel ragazzo come “pedina” per ricattare de Saint-Vire. Ma le apparenze ingannano, soprattutto perché Justin sta pericolosamente sottovalutando il coraggio e l’intelligenza di Léon.
La mia opinione
In una parola: travolgente!
Non ci si annoia mai in questo romanzo scintillante, ricco di avventura, ironia, colpi di scena. Il ritmo è sostenuto, la lettura avvincente.
Su tutti i personaggi risplende la figura del protagonista, il duca di Avon, che da bravo deus ex machina, tira le fila di tutta la vicenda con incredibile maestria.
Superata da poco la soglia dei quarant'anni, Sua Grazia Justin Alastair sfoggia grande fascino, ricercata eleganza e può contare su una solida ricchezza. E' soprannominato Satana per il suo passato oscuro, ha una terribile fama di libertino, anche se nel romanzo si comporta sempre con onore, e tratta le donne con rispetto.
Il periodo storico è quello della seconda metà del Settecento sotto il regno di Luigi XV, la rivoluzione è ancora lontana e i nobili passano le loro serate a giocare d'azzardo sperperando enormi capitali che non hanno guadagnato. Reduce da una di quelle serate, una notte il nostro gentiluomo sta tornando da solo, a piedi, al suo palazzo di Parigi. E' abbigliato con estrema eleganza e i preziosi gioielli che indossa potrebbero attirare l'attenzione di pericolosi banditi di strada, eppure non se ne dà pensiero. All'improvviso viene travolto da qualcuno. Forse si tratta di un'imboscata? In reatà è solo un ragazzino sconvolto e piangente, inseguito dal fratello deciso a picchiarlo.
Il monello prega Justin di salvarlo, e inaspettatamente, forse per il suo aspetto fuori dal comune, viene esaudito. Il duca decide di prendere Léon al suo servizio e per risarcire il fratello, si priva di una preziosa spilla di diamanti. Poi si porta il ragazzino a casa e ne fa il suo paggio.
Un incontro che segnerà il destino di entrambi.
Godibilissimi i ritratti della servitù del duca, fra le cui fila Léon fa il suo ingresso come paggio di Sua Grazia, creando situazioni esilaranti.
Difatti il giovane sente una tale gratitudine per il suo benefattore che non esita a prenderne le difese a spada tratta, anzi da ragazzo di strada qual è, a tirare fuori perfino il coltello per difenderne l'onore. Léon ha sofferto la fame e il freddo lungo le strade di Parigi. A causa dei maltrattamenti subiti dal fratello e dalla cognata, conosce della vita molto più di quanto la sua giovane età richiederebbe. Non stupisce quindi la sua gratitudine verso l'uomo che l'ha salvato dalla miseria e gli sta donando un futuro.
E il duca? Uomo navigato e cinico, come reagirà a tanta devozione? Con inspiegabile tenerezza...
Fra serate di gala e inviti a corte, Léon segue dappertutto il suo adorato padrone osservando le cose con uno sguardo fresco, pieno di curiosità e voglia di vivere. La sua avvenenza attira subito l'attenzione del conte di Saint-Vire, antico avversario del duca che ha un conto in sospeso con lui.
Nell'entourage di Justin troviamo l'integerrimo amico Hugh Davenant, la simpatica sorella lady Fanny e il fratello lord Rupert. Rupert è un giovane irriverente, impulsivo e scapestrato che senza l'intervento del duca finirebbe sovente in prigione per debiti. Ha sempre la battuta pronta e strappa più di una risata. Invece, il marito di lady Fanny, Edward Marling, è un uomo così piatto e noioso che secondo Rupert farebbe inacidire il latte con un solo sguardo.
Ogni personaggio è perfettamente caratterizzato, nel bene o nel male. Il libro è un interessante spaccato della vita dell'epoca: si passa dallo splendore della corte francese, alle vicende degli aristocratici inglesi senza dimenticare le classi più umili rappresentate dai servitori e dai locandieri.
Il cattivo della storia è il conte di Saint-Vire, col quale Sua Grazia giocherà una partita all'ultimo sangue mettendo in scena la sua vendetta con incredibile astuzia.
Non posso raccontare altro senza svelare gli inaspettati colpi di scena che animano la storia. Dirò solo che "La pedina scambiata" è un romanzo di avventura ricco di azione, intrighi e misteri. Nella seconda parte prenderà vita anche una delicata storia d'amore.
Avevo sentito molto parlare di questo romanzo come di un capolavoro della Heyer e ne sono rimasta conquistata.
Leggendolo ho apprezzato lo stile spumeggiante, la ricchezza della trama che non annoia mai. La prosa dell'autrice è arguta, vivace, e si sorride spesso per l'ironia che la contraddistingue. I dialoghi sono serrati, brillanti, a volte divertentissimi. I personaggi molto interessanti. Le descrizioni dell'epoca minuziose e mai pesanti, con tutte le manie e le mode dei nobili del tempo. Sapevate, per esempio, che pure gli uomini si pavoneggiavano col ventaglio? Insomma se amate i libri ben scritti e Georgette Heyer è maestra nel suo genere, questo potrebbe essere ciò che fa per voi.
Consigliatissimo!
È una scrittrice che ho sentito nominare ma di cui non ho ancora letto nulla, questo mi sembra un libro ideale per approcciarla, per ambientazione, stile e storia.
RispondiEliminaGrazie per il consiglio 🙂
Ciao erielle
Ciao Angela :o) Ho letto diversi libri dell'autrice e mi sono piaciuti, ma questo è diventato il mio preferito e te lo consiglio <3
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