domenica 12 gennaio 2014

Recensione "La figlia del matematico"

Definito da Glamour:"Una delle love story più amate dalle lettrici di tutto il mondo."

Era tanto che desideravo leggere questo libro di cui avevo sentito parlare e finalmente l'ho trovato negli Oscar Mondadori.

Giudizio: indimenticabile  

Inghilterra, XIX secolo. Archimedea  Timms assiste il vecchio padre John, cieco e insigne studioso di matematica, il quale intrattiene una corrispondenza scientifica con Christian Langlant, duca di Jervaulx.
Christian è un donnaiolo incallito le cui imprese finiscono spesso sui giornali, in una parola un libertino, ma dotato di capacità così geniali da aver  ideato una geometria tutta sua.
Archimedea, chiamata familiarmente Maddy, non soltanto è la classica zitella seria e timorata di Dio, ma è anche Quacchera perciò non vede di buon occhio quest'amicizia con un uomo così lontano dai principi di Luce e Verità che regolano la sua tranquilla esistenza.
John Timms e il giovane duca presentano alla London Analytical Society  una relazione in cui si enuncia un nuovo teorema riscuotendo un enorme successo. Maddy, che è stata costretta a partecipare alla presentazione, si ritrova suo malgrado a cena nella sfarzosa dimora del bell'aristocratico e ne subisce il fascino.
La mattina dopo Christian  muore durante un duello e la notizia procura alla ragazza un grande e soprattutto inaspettato dolore.
Passano i mesi e Maddy viene chiamata a lavorare a Blinthdale dal cugino del padre che vi gestisce una clinica per malati di mente facoltosi e con sua enorme sorpresa trova fra i pazienti ricoverati proprio il duca, rinchiuso dalla famiglia che ha preferito farlo passare per morto.
Segregato in una cella dove vive incatenato al letto, Christian la riconosce ma non ricorda più il suo nome perché è in stato di confusione mentale. In realtà il giovane è stato colpito da un ictus che gli ha tolto l'uso della parola e della mano destra e i "trattamenti" a cui viene giornalmente sottoposto l'hanno reso violento e rabbioso. Soltanto le cognizioni matematiche sono rimaste intatte e così, grazie a una funzione che rappresenta l'infinito, riesce a comunicare con Maddy la quale si rende conto che il duca non è pazzo come pensano tutti.
I "trattamenti terapeutici" dell'epoca che venivano considerati d'avanguardia, altro non erano che mezzi di costrizione e comprendevano:  le maniche di cuoio, la camicia di forza, i bagni  obbligati in acqua ghiacciata, le catene, la culla. A tutto ciò  il perfido Larkin, l'infermiere assegnato al duca, nel tentativo di domarlo e spezzarne la resistenza, ha aggiunto anche una garrota di gomma.
Perduto in un inferno senza parole, ferito nel corpo e nell'anima, Christian vede Maddy come un angelo. Ma riuscirà la ragazza a guarire la sua malattia e a salvarlo dal manicomio e dalle grinfie dell'avida famiglia che vorrebbe farlo dichiarare incapace solo per impossessarsi della sua fortuna?


Christian Langlant è un duca fino al midollo. Aristocratico al punto che preferisce tremare di freddo dopo un bagno ghiacciato pur di non indossare i rozzi panni da contadino che gli vengono forniti al posto dei suoi abiti raffinati.
Nato negli agi, cresciuto in un mondo dov'è naturale soddisfare ogni capriccio e desiderio, a causa della sua malattia perde di colpo tutti i privilegi del suo rango e deve fare i conti con la dura realtà, con la dipendenza dagli altri e da Maddy in particolare.  Si crea così un rapporto di odio-amore fra lui e la ragazza che si sforza di capirlo ma non sempre ci riesce (Ti umilierò, zitella puritana, pensa quando lei lo delude e per vendicarsi decide di sedurla, cadendo poi nella sua stessa rete).


Maddy è cresciuta nella regola del Semplice Vestire e Semplice Parlare dei Quaccheri.  Tutto è semplice per lei finché non incontra Christian  che le fa provare sensazioni e desideri inaspettati. Aiutarlo rappresenta per Tata Maddy  un Incarico celeste, ma col passare del tempo la sua vicinanza la turba sempre di più. E diventa difficile conciliare la fede con l'amore per un uomo che non appartiene alla sua religione. Difficile come riuscire a conciliare gli opposti, il diavolo e l'acqua santa ...
Eppure come non sentirsi irresistibilmente attratta da un duca bello e tenebroso, che ha perso tutto ed ha disperatamente bisogno di lei perché rappresenta la sua unica difesa?


Emozionante, coinvolgente,  unico. La figlia del matematico è uno dei   romance più belli che abbia mai letto.  I protagonisti sono indimenticabili, sia l'ambientazione che i personaggi secondari risultano perfetti, la trama avvincente tiene il lettore incollato alle pagine fino alla fine.
Leggetelo e Christian vi ruberà il cuore col suo sorriso da pirata mentre Maddy vi conquisterà con la sua semplicità.


Citazioni
(Christian si esprime faticosamente, soprattutto quando si sente sotto pressione e le sue parole spezzate diventano preziose)
"Pensi ... no?" le chiese Christian. "Pensi che sei una dolce timida quacchera?" La risata scomposta che ebbe nel dire questo salì fino alle travi del soffitto. "Ostinata ... egoista ... bugiarda caparbia per orgoglio! Non farò riverenze al re, dannazione! Entrare nella cella di un pazzo ... a testa alta ... senza paura ... avrei potuto ucciderti, Maddy. Ucciderti cento volte."
"Era un Incarico" sussurrò lei.
"Era ... tu" replicò Christian. "Duchessa. Tu... mi hai tolto di là. Tu hai sposato... duca. Tu hai detto... niente cipria ai domestici." Indicò il pavimento. "Dimmi ora... in ginocchio, lo farò. Il dono del Diavolo." Incurvò le labbra. "Non perle, fiori... abiti da sera. Qualcosa di impuro in verità. Ti dono... egoista arrogante bastardo... quello che sono, e tutto quello che posso. Ti dono... mia figlia... perché la terrò... perché rovinerò il suo nome per far piacere a me... perché solo tu... solo tu, duchessa... capisci perché lo faccio. Perché solo tu ... puoi insegnarle abbastanza coraggio... insegnarle a non curarsi... il disprezzo... quello che dicono. Solo tu... insegnarle a essere come te. Una duchessa." Aprì le dita e lasciò cadere il foglio per terra. "Una duchessa dentro!"
Con sguardo fiero che passava in rassegna tutta la fila dei quaccheri, si voltò e s'incamminò giù per la navata.
Alla porta si fermò e guardò indietro. "Aspetterò fuori... cinque minuti" disse con acredine. "Tu... vieni! O mai più."
(...)
"Cattivo malvagio... idiota" disse lui seccamente. 
"No" ribattè Maddy."Una stella che potevo solo guardare e ammirare. Tu hai percepito la mia vera natura e i miei desideri. Sono contenta che quella stella sia caduta, così posso tenerti fra le mie mani."