venerdì 4 febbraio 2022

Recensione "La primula rossa" di Emma Orczy

 


Nel 1792, Parigi è sconvolta dal regime del Terrore imposto dai giacobini. La ghigliottina reclama ogni giorno il suo pegno di sangue, decine di teste aristocratiche. L’ultima speranza per la nobiltà francese sta nel misterioso eroe che organizza la spericolata evasione e il successivo espatrio dei condannati a morte armato solo della propria inventiva e utilizzando i più impensabili travestimenti: la Primula rossa, così chiamata perché ogni volta la sua prossima impresa è annunciata da un biglietto di sfida firmato con uno scarlatto simbolo floreale…

"Lo cercan di qua, lo cercan di là, dove si trovi nessuno lo sa. Sarà lassù in cielo o dentro una fossa, l'inafferrabile Primula rossa?"

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Lord Percy Blakeney è il capo di un gruppo di spericolati aristocratici britannici che rischia la vita per salvare gli sfortunati nobili francesi da morte certa. 
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Nobile, bello e ricchissimo, Percy impersona alla perfezione il dandy un po' sciocco, preoccupato solo dell'eleganza del suo abbigliamento e conduce con la giovane moglie Marguerite, un'intensa vita mondana.  Ispiratrice e arbitra della moda londinese, apparentemente spensierata, la coppia vive una profonda crisi. Mentre Percy, pur restando innamoratissimo della moglie, gioca a fare il finto tonto, Marguerite lo tratta con palese disprezzo. Ma cosa ha creato una frattura fra due coniugi che si sono sposati evidentemente per amore?



Ardente repubblicana, Marguerite era fino a un anno prima, una celebre attrice parigina, fondatrice di un circolo di intellettuali e con stuoli di corteggiatori. Nessuno ha capito cos'abbia trovato in quello sciocco zerbinotto inglese, eppure l'ha sposato, seguendolo in Inghilterra. Erede di un titolo e di una fortuna, amico intimo del principe di Galles, Percy non spicca per acume e nessuno si spiega come abbia fatto a conquistare "la donna più brillante d'Europa".
Le vicende della coppia s'intrecciano fin da subito con il travagliato periodo storico e nella locanda Il riposo del pescatore  avviene l'incontro di Lady Marguerite Blakeney con la contessa  De Tournay, appena scampata alla ghigliottina, insieme ai due figli, grazie all'ultima spericolata impresa della Primula Rossa, il coraggioso eroe di cui tutti parlano.

La contessa, che appartiene alla più antica Noblesse, ritiene responsabile Marguerite dell'estinzione della famiglia Saint Cyr, a lei imparentata, perciò la ignora e proibisce anche ai figli di parlarle. Marguerite è offesa dal comportamento della nobildonna, tanto più che è stata compagna di collegio della piccola Suzanne De Tournay a cui è sinceramente affezionata, ma può incolpare solo se stessa perché le sue parole avventate sono state la rovina di tutti i Saint Cyr che sono finiti sul patibolo a causa sua. Anche Lord Blakeney appartiene a un'antica e nobile famiglia, perciò questa "macchia"sul suo onore, scoperta il giorno dopo le nozze, ha rovinato i rapporti fra i coniugi. Sarà ancora possibile, per la giovane donna, recuperare il rapporto con il marito? 


Intanto le spie francesi, capitanate dal perfido Chauvelin, sono già approdate sul suolo inglese e faranno di tutto per scoprire l'identità della Primula. Riuscirà il nostro misterioso eroe a sventare le trame dell'astuto emissario del governo francese?

A differenza di altre storie che ci vengono propinate continuamente, sia al cinema che in televisione, pensiamo ad esempio a Robin Hood, La primula rossa non viene proposta tanto spesso. Le foto che ho trovato su Pinterest sono della serie televisiva degli anni 80, con Jane Seymour, Anthony Andrews e Ian McKellen. Un'altra produzione della BBC risale al 1999 .




Il libro in Italia non veniva ristampato da anni e quando finalmente l'ho trovato in una nuova edizione con la traduzione di Giancarlo Carlotti, l'ho comprato subito.
Ne sono stata conquistata! La storia è visiva, affascinante, ricca di azione e nello stesso tempo c'è una bella caratterizzazione, anche interiore, dei personaggi. Il ritmo è incalzante,  la lettura avvincente.

Il primo capitolo con la ricostruzione del caos in cui la rivoluzione aveva gettato Parigi e la fuga rocambolesca dalla città è molto intenso e drammaticamente  coinvolgente.

L'autrice passa con disinvoltura dal Terrore che aveva investito la Francia alla descrizione di una tranquilla locanda inglese, dipingendo un quadretto simpatico e convincente (Emma Orczy era anche pittrice, da qui la bravura nel costruisce le scene) . Le vicende si svolgono prevalentemente di notte, forse per evidenziare il male che imperversava in quel periodo.
La gara d'astuzia ingaggiata fra Chauvelin e la Primula è una sfida all'ultimo inganno che incolla il lettore alle pagine. 
Il romanzo è un ibrido, che mescola sapientemente la spy story con una bella storia d'amore e un bel po' di azione ma non mancano nemmeno ironia, sorprese e scenette comiche. Un classico perfetto e intramontabile, piacevolissimo da leggere. 

Il personaggio di Marguerite, pur restando fedele ai tempi, è anche splendidamente attuale con la sua indipendenza, la personalità originale. Niente a che fare con tante eroine della letteratura romantica odierna che per accontentare il gusto delle lettrici, dal punto di vista storico risultano poco credibili. Inizialmente frivola e vanesia, Marguerite andrà incontro a un bel cambiamento e si riscatterà dai suoi errori nel finale.

Consigliatissimo a chi ama i romanzi di avventura, le belle storie d'amore e i romanzi storici.
 

Curiosità relative alla Primula Rossa

Pare che l'autrice abbia scritto la storia in sole cinque settimane (a suo dire, le più felici della sua vita) ma che poi il manoscritto sia stato ignorato da varie case editrici finché non venne adattato per il teatro riscuotendo un travolgente successo, solo allora gli editori si accapigliarono per aggiudicarsene i diritti. 

L'autrice racconta di aver avuto una visione del protagonista mentre aspettava un treno della metropolitana, all'improvviso il sotterraneo venne inghiottito dalla nebbia e lui apparve, vestito di un soprabito con la mantellina, calzoni e stivali, le veniva incontro ridacchiando mentre la fissava attraverso l'occhialino. Che immagine romantica! 

La baronessa ha scritto di sé:
«Mi è stata spesso posta la domanda: "Ma come ti è venuta l'idea della Primula Rossa?" E la mia risposta è sempre stata: "È stata la volontà del Signore e a voi moderni, che forse non credete come credo io, dirò: nella catena della mia vita ci sono stati così tanti anelli, tutti incentrati nel portare a compimento il mio destino, e nulla può essere così meraviglioso come costruire il destino di un uomo o di una donna."»

La storia di Emma Orczy è più avvincente di un romanzo 

Notizie tratte da Wikipedia:

Figlia del Barone Felix Orczy e della contessa Emma Wass, crebbe nella tenuta di Tisza-Abad, che il padre voleva trasformare in azienda modello, anche attraverso la costruzione di un mulino a vapore e di macchinari d'avanguardia: tali innovazioni, temute dai braccianti e contadini locali, ne scatenarono l'ira, che sfociò in un disastroso incendio (appiccato il 22 luglio 1868).

La famiglia Orczy abbandonò la tenuta per trasferirsi a Budapest e l'episodio rappresentò uno svolta importante per la piccola Emma: lasciò per sempre la campagna, passando da una città all'altra, e vide con grande sofferenza il peggioramento caratteriale del padre, profondamente segnato da quello che giudicò un ingrato tradimento da parte dei propri simili. Dopo Budapest gli Orczy si trasferirono a Bruxelles dove Emma frequentò il Collegio delle suore nel Convento della Visitazione insieme alla sorella Madeleine: la morte di quest'ultima segnò un colpo decisivo per il morale del barone, che condusse la sua famiglia a Parigi e, finalmente, a Londra.

Da quel momento, Emma iniziò ad ambientarsi "nell'amabile, ospitale Inghilterra" , sentendola come vera patria d'adozione, e suo padre finalmente trovò comprensione per le sue qualità di artista. Qui si moltiplicarono le occasioni di partecipare a molti eventi culturali e di vita mondana, ma l'adolescente Emma li viveva in disparte, quasi con sofferenza, sentendosi inadeguata e scialba: tale atteggiamento di fastidio verso gli incontri mondani rimase una costante anche negli anni del successo in età adulta.

L'unica occasione che arrecò vera gioia all'adolescente Emma fu l'incontro con l'Arciduca Rodolfo, figlio dell'imperatrice Elisabetta ed erede dell'imperatore Francesco Giuseppe ("io, povero, timido, piccolo atomo ebbi l'onore di danzare la csardas con Sua Altezza Imperiale" scrisse nelle sue memorie).

Ma, fatta eccezione per questo episodio, Emma capiva che la sua scarsa avvenenza non le avrebbe permesso di emergere, mentre avrebbe potuto e dovuto fare ricorso alle sue doti di intelligenza e alla sua buona istruzione e cultura: tuttavia, per diverso tempo non seppe verso quale campo (musica, pittura, letteratura) dirigere il proprio estro né la mentalità aristocratica del padre tendeva ad incoraggiare forme di emancipazione femminile.

Finché, alla fine, ottenne il consenso all'iscrizione - come studentessa di pittura - alla West London School of Art: non divenne mai una grande pittrice (anche se alcuni suoi quadri sono esposti presso la Royal Academy a Londra) ma, grazie agli studi d'arte figurativa, iniziò a vedere pittoricamente, a visualizzare scene e personaggi evocati dalla sua immaginazione, un'attitudine che la aiuterà molto (a suo dire, "trascriverli con la mia penna fu una cosa relativamente facile")

Quando incontrò il pittore Montague Barstow ne fu colpita immediatamente e nel 1894 i due si sposarono: fu un vincolo indissolubile, intenso e perfetto (quello fu "il grande anello nella catena della mia vita che mi regalò tutto ciò che rende la vita degna di essere vissuta"; ebbero un figlio, John Montague Orczy-Barstow, che divenne a suo volta scrittore sotto lo pseudonimo di John Blakeney.

Fu proprio il marito a incoraggiare Emma verso la scrittura e la spinse a pubblicare le sue opere.

I lampadari dell'imperatoe (The Emperor's Candlesticks) (1899) fu il suo primo romanzo, cui fece seguito una serie di racconti polizieschi pubblicati sul Royal Magazine, che iniziarono a farla conoscere dal pubblico, il quale la apprezzò per il romanzo In Mary's Reign.

Il grande successò arrivò poi, a partire dal 1905 con The Scarlet Pimpernel (La primula rossa), che diede inizio ad un ciclo di romanzi legati a tale misterioso personaggio.

Un'altra serie fu quella  che ebbe come protagonista il primo armchair detective (detective in poltrona) e che si intitolava The Old Man in the Corner; nello stesso genere si colloca anche il personaggio dell'investigatrice Lady Molly of Scotland Yard .

Alla morte del marito nel 1943, Emma visse stabilmente a Montecarlo ancora quattro anni, fino alla sua morte, che la colse al Brown's Hotel di Londra l'11 novembre 1947.

  
 

2 commenti:

  1. Che bella recensione, erielle! È un romanzo con un contesto storico ricco di avventura e avvenimenti interessanti. Lo cerco. Pur essendo famoso, non l'ho ancora mai letto.

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    1. Grazie, cara Angela, mi sono così entusiasmata leggendo il romanzo che ho voluto approfondire cercando altre notizie che ho aggiunto al post. Te lo consiglio, sia per il periodo così drammatico in cui è ambientato, che per la storia d'amore che è molto inconsueta ed originale. :)

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