Sinossi:
Intenzionata a rivolgersi al potente Gaddo di Terrabianca per ottenere la sua protezione per i territori del padre, la nobile Elèni Akantos acquista uno schiavo da combattimento normanno da recargli in dono. Affascinata fin da subito dagli occhi da belva del giovane di cui entra in possesso, Elèni apprende che si è macchiato di tradimento e che è stato addestrato dai saraceni alla lotta, diventando feroce e letale come loro. Sullo sfondo di trame, alleanze, perversioni e imprevedibili tradimenti, in un medioevo cruento e crudele, nasce così l'appassionante storia d'amore tra una donna bellissima, pronta a sfidare il pericolo per amore, e uno schiavo dal passato misterioso.
La mia opinione
Già il titolo di questo romanzo mi ha intrigato fin dalla prima volta che l'ho letto: Antiochia per me rievoca il vicino oriente con tutti i suoi profumi: incenso, mirra, miele, delicato tè al gelsomino e spezie dagli aromi penetranti, solo per citarne alcuni e poi c'era uno schiavo misterioso che m'incuriosiva.
Intanto la musicalità del titolo continuava ad accarezzarmi i pensieri. L'autrice non lascia niente al caso: meticolosa nella ricostruzione storica, cura anche l'allitterazione per rendere la scrittura più armonica e musicale.
L'ambientazione
La storia prende le mosse dalla terra d'Otranto, l'antica Hydruntum, che rivive davanti ai nostri occhi in tutto lo splendore della luce del Sud.
Nell' XI secolo il territorio era conteso fra gli agguerriti nobili normanni e i bizantini ancora fedeli all'imperatore d'Oriente, consapevoli però che nessun aiuto sarebbe giunto da Bisanzio.
I protagonisti
Elèni Akantos (che vi dicevo? Assaporate la dolcezza del nome?) è una giovane aristocratica, colta e raffinata, appartenente a una ricca famiglia bizantina che si trova in difficoltà per mancanza di eredi maschi.
In cerca di protezione, il vecchio capofamiglia decide di far sposare la primogenita con un nobile confinante, Gaddo di Terrabianca.
La giovane Elèni s'incarica di acquistare un dono per ingraziarselo e viene scelto uno schiavo da combattimento. Il fedele amministratore sarebbe stato più che in grado di assolvere al compito ma la ragazza non vuole lasciarsi sfuggire l'occasione di uscire dal suo palazzo dorato per esplorare il mondo al di fuori anche se la dura realtà degli schiavi in catene la colpisce come una mazzata.
E veniamo a lui, lo schiavo, che entra in scena in tutto il suo "nudo" splendore: subito è guerra di sguardi e parole!
Lo schiavo di Antiochia appare spogliato di ogni indumento, è vero, eppure s'intuisce subito che lo riveste una corazza adamantina. Apparentemente in svantaggio, è lui il più forte fra i due.
Elèni ne subisce immediatamente il fascino misterioso e non riuscirà più a pensare ad altri che a lui anche se sa che è letale come Vento, il ghepardo che suo padre si era ostinato a tenere in cattività.
Nonostante lo sbocciare di una forte attrazione fra i due giovani, lo schiavo viene consegnato al nuovo padrone e inizia la sua vita fatta di combattimenti nell'arena. Ben presto il "Rinnegato Normanno" conquista fama e popolarità.
Si avvicinano anche le nozze che sanciranno l'unione di Gaddo con la famiglia Akantos.
Intrighi, malintesi, desiderio di vendetta, la lettura diventa più appassionante pagina dopo pagina.
A un certo punto, con un colpo di scena magistrale, tutto si ribalta e quello che il lettore credeva di sapere assume un altro aspetto.
Come sempre sono ottime sia la caratterizzazione dei personaggi che l'introspezione psicologica. Intorno ai protagonisti l'autrice costruisce tutto un mondo di personaggi secondari le cui storie minori s'incastrano alla perfezione con la trama principale.
Se amate i romanzi storici ambientati nel Medioevo e le storie d'amore emozionanti, non potete perdere quest'opera di Ornella Albanese! Io l'ho assaporata una pagina dopo l'altra.
Infine, vi lascio un piccolo assaggio della scrittura evocativa dell'autrice.
Citazione
"Lui era abituato a un mondo senza rumori. Nel deserto, di notte, le mani sotto la nuca e il viso rivolto al cielo, si sentiva pervaso e posseduto da quel silenzio misterioso che amava. Scorreva nelle sue vene rallentando il ritmo focoso del sangue, placava il dolore che gli mordeva l’anima, smussava la lama feroce dei pensieri. A volte era rotto da un impercettibile fruscio di sabbia sospinta dal vento, ma subito tornava a essere cupo e incontaminato."
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