Il romanzo vincitore del Premio Odissea 2014 è uno steampunk ambientato nell'Antica Roma, scritto da un autore esordiente: Davide Del Popolo Riolo.
44 avanti Cristo.
Cosa sarebbe stata Roma se Giulio Cesare avesse messo il suo genio al servizio della tecnologia, anziché della guerra?
Il romanzo parte da quest'idea originalissima e così vediamo le dignitose matrone romane montare sui treni a vapore per raggiungere le località di villeggiatura, le strade lastricate invase da bighe a vapore e l'aria dell'Urbe ammorbata dai fumi di un rivoluzione industriale ante litteram (è proprio il caso di dirlo).
Caio Giulio Cesare, costretto da Silla ad abbandonare la carriera politica e militare, è divenuto un geniale scienziato e un fortunato imprenditore. Le sue invenzioni non solo hanno cambiato il modo di vivere dei suoi contemporanei, ma l'hanno reso ricchissimo.
Non tutti però ne sono felici. In senato Catone il Censore tuona contro le novità che a suo dire hanno infiacchito l'animo e i costumi dei suoi concittadini e auspica il ritorno alla semplicità delle origini.
Intanto, una razza aliena ormai morente scruta il pianeta Terra e le sue conquiste e rosa dall'invidia decide di distruggere Roma.
Cesare dovrà affrontare dunque due generi di nemici: Catone e i suoi seguaci che vogliono metterlo sotto accusa e nella migliore delle ipotesi esiliarlo dalla capitale e gli alieni che inviano sulla Terra dei distruttori inarrestabili in grado di sterminare chiunque si trovi sul loro cammino. Caduti alle falde del Vesuvio, i marziani si dirigono verso la Caput Mundi e nemmeno la forza delle Legioni può averne ragione.
Riuscirà il genio di Cesare a fermare i "tripodi"?
Amando il genere storico, fantasy-fantascientifico, non potevo non apprezzare questo bel romanzo che mi ha conquistata subito per la brillante originalità dell'ambientazione.
La storia viene narrata attraverso le numerose lettere scritte da alcuni personaggi, poi ci sono alcuni brani del diario di Apollodoro, i verbali delle riunioni, i manifesti.
Non vado pazza per i romanzi epistolari e i verbali, soprattutto il primo, li ho trovati davvero tediosi ma nonostante ciò la storia scorre bene, soprattutto perché ben presto entrano in scena i marziani.
Avendo tre braccia, tre gambe e tre occhi vengono chiamati "Tripodi".
Certo, la trama è semplice, ma godibilissima. Invece il modo in cui alla fine vengono sconfitti i tripodi, una sorta di terminator che fino a quel momento sembravano invulnerabili a qualunque arma, mi ha lasciato un po' perplessa. Troppo facile ... anzi banale.
Una nota di biasimo anche per l'editing che ha ignorato qualche refuso.
Tuttavia, nel complesso il romanzo mi è piaciuto. Una delle scene che ho apprezzato di più è stata quella del viaggio sull'aeronave Venus Genitrix. Un'altra è stata quella in cui Catone viene finalmente "zittito".
Il romanzo è autoconclusivo ma il finale è aperto ed io spero che l'autore vorrà regalarci un'altra emozionante avventura del Machinarum Magister.
Davide Del Popolo Riolo è nato ad Asti nel 1968. E' avvocato e svolge la professione a Cuneo, dove vive.
Con "De bello Alieno", ha messo insieme due passioni (fantascienza e storia) e ha realizzato il sogno di vedere un suo romanzo pubblicato.
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