«Posso offrirti un caffè?» provò a proporle.
Blanca si girò di scatto stupita, il cervello era in funzione per trovare una scusa
adatta per rifiutare. Lui fece come per ringraziarla con lo sguardo e inclinò la testa
indicando lo Starbucks che si trovava a pochi passi.
«Noah, ti ringrazio, come ti ho già detto, ho fretta.»
Scusa poco convincente…
«Giusto il tempo di un espresso, deve essere per forza veloce si chiama es-pres-so.»
Insistette lui con uno sguardo dolce e divertito.
«Noah…» Blanca non sapeva più cosa dire e lo osservava.
Il suo cervello stava cercando di elaborare tutto quello che stava accadendo e
molteplici campanellini di allarme erano scattati in lei. Noah era ancora più bello di come lo
ricordasse. Era alto e forte, dolce e irruento, e poi aveva quegli occhi chiari e limpidi come
non ne aveva mai visti. Due pozze azzurre in cui tuffarsi. Il contatto avvenuto con la sua
mano poco prima l’aveva sconvolta; le aveva dato come una sferzata, e un moto di nausea
le era salito dallo stomaco… eppure lei lo trovava stupendo.
Sembrava molto più giovane della sua età in quella tenuta, Skyler le aveva detto una
volta che era coetaneo di Matt, ma dimostrava meno di trent’anni con quei jeans attillati e
strappati aderenti alle gambe muscolose, uno smanicato nero e un cappellino militare. Era
perfetto per una rivista. Nonostante il suo fisico fosse notevole, era il viso a essere molto
particolare e il suo meraviglioso sorriso che, anche in quel momento, stava sfoderando.
Perché Noah Ross conosceva bene il suo arsenale, e lo sapeva usare.
Si era nel frattempo avvicinato pericolosamente. «Dai, non farti pregare.
Sotterriamo l’ascia di guerra?»
Le allungò la mano in segno di pace. Blanca sospirò.
«Oh Noah, non ce l’ho con te, davvero. È che voglio andare…»
«… dopo il caffè» aggiunse il ragazzo e le prese la mano, tirandola a sé, sorridendole
dolcemente. Lei gliela tenne esitando e lo seguì suo malgrado. «Okay, ma solo il tempo di
un caffè.»
Sarebbe saltato per la felicità in quell’esatto istante. Il contatto con la delicata mano
di Blanca gli provocò un brivido di eccitazione.
Lei era come potente dinamite, una fila di mine per il suo equilibrio sulla quale
inciampava ogni volta che la vedeva, era stato così la prima volta ed era così anche in quel
momento. Nessuna donna lo aveva mai destabilizzato in quel modo; a lui piaceva avere il
controllo, soprattutto quando si trattava di sesso, e fino ad allora ci era riuscito con tutte
alla grande. Con Blanca era stato diverso, lei lo aveva provocato fino a fargli perdere la
testa. La osservò di nuovo, mentre lo precedeva attraverso l’ingresso del bar. Anche in quel
particolare frangente il suo essere era totalmente preso da lei, che aveva tutta la sua
attenzione.
Non appena entrarono nella caffetteria, furono investiti dal calore e dai profumi di
dolci e caffè.
«Accidenti» disse Blanca con un sorriso spontaneo e con espressione sorpresa,
eccitata, quasi come fosse una bambina. Noah le sorrise di rimando. «Sì, questo è un posto
peccaminoso…» aggiunse divertito, «… e con la fame che ho dopo l’allenamento
spazzolerei tutto. Vieni… guarda!»
La guidò tra le persone in fila fin davanti al banco dei dolci. C’erano centinaia di
muffin e biscotti, in un tripudio di profumi e forme. Blanca aveva iniziato a fissarlo con
sguardo interrogativo e per Noah ciò non andava affatto bene, perché i suoi occhi puntati
addosso gli facevano dimenticare anche il suo nome.
Aveva detto che voleva solo del caffè, lui invece si fece dare un sacchetto pieno di
leccornie, con una decina di prelibatezze e le portò al tavolo dove la ragazza si era nel
frattempo accomodata su uno sgabello.
«Ma cosa hai preso?» disse curiosa di guardare il contenuto di quella grande busta e
sorridendo ancora. Blanca realizzò in un secondo che Noah l’aveva fatta rilassare ed era
riuscito anche a farla sorridere.
Ed era così tanto che non lo faceva…
Lui infilò la mano dentro il sacchetto, estraendo un muffin glassato che le porse e
che lei accettò. Dopo il primo morso, commentò estasiata: «Mhmmm… Mamma mia, è
favoloso. Come lo sapevi?»
Noah la guardò stupito. «Cosa?»
«Come sapevi che il muffin alla cannella glassato è il mio dolce preferito?»
Il ragazzo le fece un sorriso ampio, era felice, nemmeno avesse vinto una coppa.
«Lo adoro anche io, non conoscevo i tuoi gusti e allora ho scelto in base ai miei, sperando
di essere fortunato.»
Riuscirono a conversare animatamente del più e del meno, sorseggiando la calda
bevanda e assaporando i dolcetti. Blanca si sorprese a sorridere più volte e Noah riuscì a
rilassarsi vedendola finalmente tranquilla. Si avvicinò di più a lei in modo delicato, perché
una briciola di dolce le era rimasta su un angolo della bocca e gli venne spontaneo di
accarezzarle una guancia con le dita, andandole a rimuovere proprio quel pezzetto.
Blanca si irrigidì immediatamente, indurì lo sguardo e tornò fredda e distante come
era stata fino a prima di entrare in quel posto.
«Devo… andare, adesso. Grazie, Noah» gli si rivolse con voce tremante. Prese
borsa, giacca e sciarpa, abbandonando il suo caffè sorseggiato a metà e un muffin che aveva
sbocconcellato su un tovagliolino.
BIOGRAFIA AUTRICE:
Sarah nasce in una città di mare a cui è molto legata in un giorno di primavera.
Nella vita è un matematico, ma questo lato razionale non è l’unico che l’ha portata avanti, e non nasconde che non l’ha mai appagata completamente.
Coltiva da sempre un amore per la letteratura e la lettura, e in particolare per i romanzi rosa, infatti le piace dire che un tempo era “Harmony dipendente”. La scrittura le ha fatto compagnia in momenti molto difficili e di forte sconforto, da cui può affermare di essere uscita più forte di prima.
“La vita mi ha preso a sberle, ma le ho risposto a tono.”
(Cit. Sarah Rivera)
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