mercoledì 7 aprile 2021

Storie rosa: Recensione "Una moglie in regalo" di Roberta Ciuffi



Trama

La prima volta che Maddalena vede Libero, pensa che lui sia un orco. Un uomo grande e grosso, dai capelli ricci e un orecchino al lobo sinistro. Un fabbro girovago, un mezzo zingaro che vive su un carro coperto. Ma Maddalena è già passata dalle mani di un vero orco, che l'ha fatta precipitare dalla sua condizione di figlia vezzeggiata di una famiglia a ricca a quella di ragazza perduta, abbandonata dai suoi stessi genitori. E conosce la differenza. E, nonostante il suo rifiuto di una vita subalterna per cui prova solo disprezzo e la sua feroce ambizione di tornare a essere quel che era, non può fare a meno di provare qualcosa per quell'uomo saldo come una roccia, che l'ha sottratta a una condizione degradata. Prima di riuscire nel suo intento e tornare tra quella che considera la sua gente, dovrà subire molti colpi e molti fallimenti. E anche quando riuscirà, scoprirà che quel successo le costerebbe più di quanto sia disposta a pagare: le costerebbe il suo cuore.




La mia opinione

In una parola: bello!

Roberta Ciuffi è una delle firme più note e rappresentative del Romance storico italiano. Le sue opere, oltre a essere scritte perfettamente, sono ricche di personaggi costruiti in maniera impeccabile che rivelano una grande profondità psicologica.

Non fa eccezione "Una moglie in regalo" un bel romanzo ambientato nell'Agro Romano in pieno Ottocento che racconta la storia di Maddalena e Libero. Non aspettatevi leziose ambientazioni nobiliari e dame alle prese con sfaccendati libertini: qui si parla della realtà contadina dell'epoca, di sfruttamento e caporalato. Insomma, una bella dose di realismo storico!

Ho adorato Libero dei Camminanti, un uomo con cui la vita non è stata generosa ma che non si scoraggia e continua a lottare contro il destino avverso. Non si può non amare questo gigante buono che oltre a ritrovarsi con un bambino da crescere, raccoglie lungo la strada una ragazza madre con un neonato.

Maddalena o Mimì, come la chiamerà lui, è ridotta a una larva umana dopo la gravidanza dovuta a uno stupro. Non riesce ad amare il suo bambino, anzi non riesce neanche a guardarlo, tanto meno ad allattarlo. Nata in una famiglia ricca, dotata di grande bellezza, è stata cresciuta dal padre per entrare nell'aristocrazia e una volta fallito questo sogno, viene mandata in campagna da lontani parenti che gestiscono una locanda. Sarà proprio lì che la troverà Libero, fabbro ambulante figlio di uno zingaro. L'oste gli rifila la ragazza con una dote pur di liberarsene.

Maddalena è una donna viziata e molto ambiziosa che crede tutto le sia dovuto. Quando esce dallo stato di apatia in cui è caduta e si rende conto di essere diventata agli occhi di tutti la moglie di un umile fabbro, non ne è certo felice. Non vede niente di buono in Libero, anche se l'ha salvata da una situazione difficile. Si mette di nuovo nei guai e ne esce grazie a lui che nonostante tutto le muore ancora dietro, eppure si sente troppo in alto per quell'uomo che vive del suo duro lavoro.

All'inizio non sono riuscita proprio a empatizzare con la protagonista ma col passare del tempo ho finito col capirla meglio e poi mi è piaciuto assistere alla sua rinascita, al cambiamento che la porterà verso una nuova vita. Ma quale sarà? Riuscirà a ritrovare il suo rango e realizzare il sogno per cui è stata allevata? Accetterà l'amore di un uomo onesto o preferirà il prestigio di un nome altolocato?

A voi scoprirlo...

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